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27 novembre 2018

Progetto Identities. L’identità del corpo – Residenze performative

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Nel 2018 Le Murate. Progetti Arte Contemporanea ha offerto a 186 artisti 13 residenze performative. le celle e le sale dell’ex carcere fiorentino che, anche quest’anno, si sono fatte spazi d’arte mutevoli e stimolanti, tanto per i cittadini di Firenze, quanto per i suoi turisti .

Le seguenti residenze sono state realizzate con il contributo di Regione Toscana: Progetto identities. L’dentità del corpo – Residenze performative

Artisti in residenza nel corso dell’anno 2018: Compagnia Boxer Teatro di Padova Residenza e performance: “La ferita nascosta – come ho conosciuto Aldo Moro, i suoi assassini e quella foto lì”. Spettacolo nato da un lungo lavoro di ricerca con la consulenza della Seconda Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul caso Moro che ha compiuto un enorme passo avanti verso la ricostruzione della verità. Molte le informazioni inedite che attraversano il racconto e arricchiscono di particolari il contesto in cui è avvenuto il rapimento e le cause che hanno portato alla morte del presidente della Democrazia Cristiana. Il protagonista si scontrerà con la difficoltà di fare chiarezza, risucchiato nel vortice di una storia dove non è possibile distinguere i cattivi dai buoni e la verità arriva spesso come uno schiaffo in faccia. Infine, si renderà conto che la sua ferita nascosta è la ferita di un intero paese che, a quarant’anni di distanza, continua ad essere infetta. Con Francesco Gerardi e Matteo Campagnol. Regia di Gigi Dall’Aglio.
Teatro della Limonaia Residenza:  “Dal profondo del mio cuore – De Profundis” di Oscar Wilde. Oscar Wilde, grande frequentatore dei salotti borghesi di Londra, si innamora di Lord Alfred Douglas, detto Boise. Questo incontro sarà fatale. Porterà Oscar alla condanna a due anni di lavori forzati per sodomia e all’incarcerazione. I suoi libri furono ritirati dalle librerie, si abbassò il sipario sui suoi spettacoli, i suoi beni furono venduti e i figli gli furono sottratti. In carcere, però, la mente del poeta non si spense. Solo, isolato, allontanato da tutto quello che aveva amato, scrive “Epistola: In Carcere et Vinculis” successivamente chiamato “De Profundis”. Lettera indirizzata a Bosie nella quale il poeta attraversa la loro storia, attacca l’amante, sé stesso e si libera: un’apologia all’amore che tutto innalza e tutto distrugge. A queste pagine è ispirato “Dal profondo del mio cuore”. L’idea è quella di entrare a spiare l’intimità di un uomo, nel momento della più grande delle sue sofferenze, quella dell’amore “che non riesce a pronunciare il suo nome” e della sconfitta dell’assordante isolamento della sua cella. Sono passati 120 anni da quel periodo ma oggi come allora viviamo in una società che etichetta, giudica, si professa moderna e libera ma ancora oggi libera non è. Siamo tutti vittime di “amori sbagliati” che ci risucchiano l’anima, ci annullano e ci portano all’autodistruzione. Le emozioni di Oscar Wilde durante la prigionia in cella e durante la prigionia in libertà – fuori dal carcere ma comunque ingabbiato dal giudizio di una società – sono le stesse emozioni che tante persone vivono ancora oggi, etichettate e rifiutate dal mondo che le circonda.
Fulvio Cauteruccio Residenza:  spettacolo “La notte poco prima della foresta” . Nella performance viene ripresa l’espressione “chasser le rat”, che indicava le spedizioni punitive contro gli immigrati nordafricani organizzate nelle città francesi. Protagonista è “il topo” che vuole essere ascoltato e lo fa vomitando le sue ragioni in un monologo che non può non inondare le coscienze di chi lo ascolta. È il racconto di quel determinato malessere ancora oggi vivo e forte che ha generato lo strappo fra due mondi, determinato dalla paura e dalla chiusura dell’Occidente che troppo spesso dimentica il suo passato colonialista e stenta ad assumersi le proprie responsabilità.
Opus Ballet Residenza: Esperimento di ricerca e di scambio grazie all’incontro fra i due coreografi Samuele Cardini e Riccardo Buscarini, per la condivisione di un percorso didattico e coreografico per il corso di perfezionamento R.O.S./researchopenspaces. Due percorsi diversi, ma un’idea molto simile dell’unità e della missione di un corpo, forse quella di lasciare una traccia, intesa come memoria, cicatrice di un ricordo, di un gesto, di una musica. Un gesto proiettato verso la fragilità, la poesia, la bellezza. Performance di danza “Meeting of bodies”. Performance di danza: rappresentazione de “Il bianco nel mezzo” (ciò che intercorre fra due identità distinte ma in simbiosi che hanno scelto di non concedersi un vissuto comune. È lo spazio del rammarico e della tristezza nel quale si manifesta l’emotività del non vissuto), “Otello” (Otello e Desdemona, forse non il primo femminicidio della storia, senza dubbio, però, quello più famoso, più forte, più attuale. Ora come allora. La gelosia che diviene patologia e fa sì che gli uomini, resi incapaci di vedere l’amore dalla brama di possesso, si arroghino il diritto di punire con la morte le loro donne, le loro vittime. La rabbia di Desdemona è la rabbia di tutte le donne costrette all’impotenza persino da un oggetto semplice come un fazzoletto, un oggetto che può diventare ossessione) e l’Atelier coreografico “Silent applause” di Arianna Benedetti.
Teatro dell’Elce Residenza: Murate ArtLab, Laboratorio di teatro per giovani e adulti. Lo spettacolo è centrato sul carteggio intercorso a metà Novecento fra il filosofo anti-nucleare Günther Anders e Claude Eatherly, il pilota della bomba lanciata su Hiroshima: le lettere indagano l’insondabile, ovvero le ragioni, le scelte, le responsabilità e le conseguenze di un dramma tanto efferato, portando in scena la corrispondenza epistolare fra due figure agli antipodi eppure profondamente legate.
Claudia Catarzi Residenza: Residenza performativa per la produzione del progetto Posare il tempo.
Simona Bucci Residenza: Seminario di danza di livello avanzato, gratuito, finanziato dal bando Sillumina – Siae, area formazione, condotto da Simona e dalla sua assistente. Murate ArtLab. Laboratorio di musica per bambini dai 2 ai 6 anni dal titolo DumDum. Il laboratorio vede la collaborazione della Compagnia Simona Bucci/Compagnia degli astanti e sarà diretto e condotto da Samantha Bertoldi, percussionista, compositrice e ricercatrice del linguaggio cognitivo musicale. Il laboratorio è incentrato sulla musica e prevede la presentazione del mondo degli strumenti musicali a percussione di ogni provenienza e tipologia. Il vivo del lavoro d’insieme si svolgerà in una drum circle, dove il linguaggio fondamentale sarà l’improvvisazione, intrecciata all’istinto e all’emozione.

Progetto nell’ambito di ToscanaInContemporanea

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